I misteri dell’Inpgi: dalla finanza allegra alle pensioni tristi

Di Paolo Tripaldi (Sindacato cronisti romani) Con l’avviso di conclusione indagine da parte della procura di Milano nell’ambito dell’inchiesta sul dissesto della Sopaf si è scoperto che il presidente dell’Inpgi, Andrea Camporese, è indagato oltre che per truffa anche per il reato di corruzione. Si tratta dell’ormai nota vicenda che vede l’istituto di previdenza dei giornalisti italiani vittima di un danno calcolato dagli inquirenti in oltre sette milioni di euro per acquisto di quote Fip, fondo immobili pubblici. Ma la vicenda, dalla quale ci auguriamo che Camporese possa dimostrarne l’estraneità, ci riporta alla deriva presa dall’Inpgi negli ultimi anni come società specializzata nell’alta finanza. È lo stesso Andrea Camporese a ricordarci, nel giorno in cui la procura di Milano emetteva il provvedimento del 415 bis per la chiusura dell’inchiesta, che dal suo arrivo alla presidenza dell’Inpgi sono stati ottenuti 500 milioni di rendimenti. Una cifra da capogiro che cozza, invece, con quanto si chiede nei prossimi anni ai pensionati con annunci di prelievi forzosi sui loro assegni. Invece di agire con provvedimenti che mirino ad irrobustire il bacino dei contribuenti Inpgi si cerca la cura per i prossimi anni nell’alta finanza minacciando, in alternativa, misure drastiche per i pensionati. Si continua a tenere separata la gestione previdenziale dei collaboratori e co.co.co. vari, che ormai rappresentano la gran parte della massa giornalistica lavoratrice. E poi si gioca in borsa proprio con i soldi di questi poveri contribuenti. Ottenere rendimenti e plusvalenze e non guardare in qfaccia chi la pensione non l’avrà mai. Acquistare fondi di investimento espone chiaramente l’istituto a rischi ben più pesanti di avvisi di garanzia. Proprio la vicenda Sopaf ci aveva fatto scoprire lo scorso gennaio, sempre con una nota dell’Inpgi, che l’istituto di previdenza dei giornalisti è titolare di quote di ben 14 fondi. Camporese, inoltre, quale componente del comitato consultivo del fondo Adenium, utilizzato per l’acquisto del Fip, avrebbe preso 25mila euro l’anno per due anni, ruolo che di solito si ricopre gratuitamente. E qui si apre un altro scenario infatti l’istituto aveva recentemente sottolineatop che “ovunque l’Inpgi investa in fondi alternativi (private equity e fondi immobiliari) importi minimi per i quali è prevista la partecipazione ai Comitati, il Presidente Camporese partecipa in prima persona ovvero delega Dirigenti o Funzionari dell’ente quali componenti dei relativi Advisory Board o Comitati Consultivi – precisando poi che – a titolo puramente informativo, su 14 fondi dei quali l’Inpgi è titolare di quote, Camporese ha preso parte a tali organismi in quattro casi, designando in altri dieci casi Dirigenti e Funzionari dell’Istituto”. Per mera trasparenza sarebbe opportuno rendere noti i nomi dei dirigenti e dei funzionari Inpgi che ricoprono queste cariche e se queste siano in qualche modo remunerate. L’augurio, quello vero, è che il dell’Inpgi, con uno scatto di orgoglio si costituisca parte civile nel procedimento Sopaf e che si lavori a riforme strutturali ampie per assottigliare la forbice, evidenziata dalla recente relazione della Corte dei Conti, tra contributi e prestazioni.

Paolo Tripaldi

11/07/15

Previous post Rieccolo il liberticida ddl diffamazione
Next post ROMA CAPUT MAFIA ATTO II

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Social profiles