VOGLIA DI CENSURA

Sintesi del saluto di Romano Bartoloni, segretario nazionale dell’UNCI, alla Corte costituzionale (9/2/07): la voglia mai sopita di censura e di bavagliLa sensibilità e l’attenzione della Corte costituzionale per il lavoro dei cronisti non sono frutto del caso perché la Consulta ha sempre deliberato sui temi della stampa con equilibrio e lungimiranza senza lasciarsi influenzare dal calore degli eventi e dal furore delle polemiche. Purtroppo altrove, anche nella sfera istituzionale, non c’è altrettanto equilibrio e saggezza. Ogni volta che succede qualcosa di esplosivo e i fatti rimbalzano clamorosamente sui mass-media, si punta l’indice contro la stampa, si dà la croce addosso ai giornalisti, si grida dalli all’untore, e con il pretesto di abbassarne toni e voci si invocano nuove norme e nuovi codici regolamentari come se già non ce ne fossero abbastanza. Così è accaduto per la strage di Erba a causa delle false notizie date dagli investigatori e per la violenza negli stadi che ha altre cause e radici. In realtà, si tradisce la voglia, mai sopita, di censura e di bavagli. Certo il giornalista ha le proprie responsabilità e ne paga le conseguenze ogni volta che sbaglia incorre nei rigori della legge e nelle sanzioni previste dall’Ordine e dai tanti codici deontologici. Quando le fonti di informazione sbagliano nessuno ne chiede la testa. Si dimentica che la stampa è lo specchio del Paese e che la sua funzione principale è la critica dei poteri e la denuncia dei mali della società. Gli eventi e lo strascico delle polemiche passano ma il bene prezioso della libera informazione resta e deve essere custodito e difeso dagli umori e dai malumori del contingente.

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